La scienza locarnese fa più luce... sul sole

NOTEVOLE RISULTATO SPERIMENTALE PER L'IRSOL

Torna a casa... Rhessi. Il satellite scientifico nato dalla collaborazione tra Stati Uniti e Svizzera - un occhio creato per osservare il fenomeno delle eruzioni solari - sarà infatti al centro di un incontro internazionale al Monte Verità, dal 7 all' 11 giugno. Il motivo per cui, nella 5. edizione del « Rhessi workshop » , esperti da tutto il mondo si riuniranno nella nostra regione è che proprio proprio sulla collina di Locarno i dati dello strumento orbitante hanno trovato una importante interpretazione, che ha svelato nuovi segreti della nostra stella.

Nascosta tra gli alberi di Locarno Monti c'è una doppia costruzione di un bianco sgargiante, sorta alla fine degli anni ' 50. È l'Istituto di ricerche solari ( Irsol), un occhio puntato sul sole che raccoglie costantemente nuovi dati, letti e interpretati dai due ricercatori Renzo Ramelli e Michele Bianda. La particolarità della struttura è il suo polarimetro « Zimpol » , sviluppato dal Politecnico di Zurigo: si tratta del più preciso strumento al mondo per la misurazione di un particolare fenomeno fisico, la polarizzazione da impatto. E proprio grazie a Zimpol, i ricercatori della collina locarnese sono riusciti a dimostrare una tesi sorprendente sul fenomeno delle « solar flares » , le eruzioni solari che il satellite Rhessi fotografa dalla sua orbita a 600 km dalla superficie terrestre. Si tratta di spettacolari fenomeni che, quando di media entità, producono in pochi secondi energie pari a quella creata in un anno da 100 mila centrali atomiche come quella di Gösgen ( AG). Dal 2002 - grazie al nuovo satellite realizzato, insieme alla Nasa, per un terzo dal Paul Scherrer Institute di Villigen ( AG) - è stato possibile svelare molto sull'attività del sole.

Ad esempio, che anche quando non vi sono grandi eventi esplosivi, la sua superficie è... irrequieta, solcata da continui piccoli brillamenti.

Il contributo dell'Irsol alle ricerche sui dati prodotti da Rhessi è stato pubblicato poco più di un mese fa, e - come detto - ha capovolto alcune tesi formulate in precedenza. Altri ricercatori, infatti, avevano postulato che le eruzioni solari producessero luce polarizzata in notevole quantità: grazie alle ricerche condotte a Locarno, tuttavia, è stato possibile mostrare che tale fenomeno non avviene. « È un piccolo mattone del grande edificio che la comunità scientifica internazionale sta erigendo » , ha detto Renzo Ramelli, « ma fa un po' più di chiarezza su un fenomeno non ancora totalmente spiegato » . Un po' di luce in più, insomma, sulla nostra stella.

o. b.

 

Articolo apparso su Il Corriere del Ticino

 

Sabato 4 giugno 2005


 

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