Nel deserto in cerca dell'eclissi

Ricercatori locarnesi in Libia per una campagna di osservazioni

Gli scienziati dell' IRSOL impegnati in un esperimento innovativo per il fenomeno del 29 marzo

L' INTERVISTA

Il contrasto è grande:da un lato i boschi sopra Locarno, con l'ampia vista sul lago e le montagne, e dall'altro il torrido deserto libico. Ma per studiare la fisica del Sole i fisici dell' IRSOL di Locarno non si fermano di fronte a nulla. Il 29 marzo Renzo Ramelli assisterà con i suoi colleghi di Zurigo all'eclissi totale di Sole visibile da Waw an Namos, in Libia, e raccoglierà dati e misure con un esperimento innovativo. Ne abbiamo parlato con il suo collega Michele Bianda, ricercatore dell' IRSOL.

Da Locarno alla Libia: perché?

"Perché in Libia l'eclissi sarà totale e, in confronto con altri luoghi pure toccati dalla totalità, quella regione offre statisticamente più giorni sereni in questo periodo dell'anno. Inoltre, il governo libico ha creato un'infrastruttura di accoglienza e ha perfino organizzato sul posto, in mezzo al deserto, un congresso di fisica solare ".

Chi c'è dietro questa spedizione?

"Anzitutto l' Istituto di astronomia del Politecnico di Zurigo, con il quale l' IRSOL collabora. Renzo Ramelli sarà il responsabile di tutte le operazioni di puntamento nei brevi attimi duranalcuni te i quali si svolgeranno le misure ".

Già, le misure. Di che cosa si tratta?

"Semplice: la polarizzazione del flash spectrum della cromosfera ".

Semplice?

(sorride)"Quando la Luna copre completamente il Sole, per un attimo si osserva uno strato esterno dell'atmosfera solare che è stato battezzato cromosfera. La cromosfera emette luce solo in colori ben precisi, e questa luce è polarizzata, cioè vibra solo in alcune direzioni. Un po' come la luce che passa attraverso gli occhiali Polaroid. Solo che la cromosfera di solito non è osservabile direttamente perché è coperta dalla luce molto più intensa della fotosfera sottostante. Ecco perché è così importante approfittare di un'eclissi totale come questa: la cromosfera è visibile, anche se solo per un paio di secondi".

Perché proprio questa eclissi? Non è mica la prima della storia.

"Però è la prima durante la quale viene svolto un esperimento come il nostro".

Per quale motivo?

"Anzitutto nessuno ci aveva mai pensato prima. E poi la tecnologia non era ancora abbastanza evoluta. Misurare la polarizzazione della luce solare è un grosso grattacapo, ma grazie all'esperienza maturata all' IRSOL e al Poli di Zurigo abbiamo capito come fare".

Interessante, ma... a che serve?

"Bella domanda. Anzitutto aiuta a capire meglio come funziona il Sole, perché la polarizzazione della luce è influenzata dai campi magnetici nella cromosfera. E poi c'è il mistero della corona, che è quella tenue parte dell'atmosfera solare che sta sopra la cromosfera e che si spinge in profondità nello spazio. La corona è caldissima: milioni di gradi. Mentre la cromosfera, che sta sotto, è solo a poche migliaia di gradi. Perché? Ancora non è chiaro.

Ecco, studiare i campi magnetici nella cromosfera potrebbe aiutare a far luce su questo mistero. E di conseguenza migliorare la nostra conoscenza di tutte le stelle, perché il Sole è una specie di "Stele di Rosetta" della fisica stellare".

Va bene, ma qui sulla Terra, con tutti i problemi che ci sono, la fisica del Sole non sembra una grande priorità.

"Lei pensa? Quasi tutta l'energia che alimenta la nostra civiltà e permette alla vita di esistere proviene dal Sole. E la nostra stella ha un'enorme influenza sul nostro clima. Proprio in quest'epoca, in cui il dibattito sul clima è così vivace, è importante capire a fondo come funziona il Sole e se le sue variazioni, anche piccole, potrebbero determinare grandi variazioni del clima del nostro pianeta".

PUNTA DI DIAMANTE L'istituto di ricerche solari (IRSOL), che sorge a Locarno Monti, svolge ricerche astronomiche di altissimo livello.

 

Marco Cagnotti

 

Articolo apparso su Il Corriere del Ticino

 

Mercoledì 23 marzo 2006


 

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