Rilevate le impronte digitali del sole

Il libro sul secondo spettro è stato allestito grazie al cannone bianco di Locarno

A pochi metri in linea d'aria dalla Madonna del Sasso, un fantascientifico cannone bianco è puntato verso il cielo. Tra gli abeti e il silenzio, da quasi quarant'anni l'Istituto per le Ricerche Solari (IRSOL) osserva il sole. Il risultato più recente è un volumone dalla copertina azzurra come il cielo, dal titolo «The Second Solar Spectrum». Duecento pagine zeppe di grafici incomprensibili ai più, ma che rappresentano un momento importante per la ricerca scientifica solare. Simili a tanti elettrocardiogrammi, i grafici mostrano il «battito» della stella a noi più vicina. «Anzi, di più: sono un po' come l'impronta digitale del sole, spiega Achim Gandorfer, ricercatore del Politecnico di Zurigo, intervenuto alla presentazione con Michele Bianda dell'IRSOL. «Proprio come dalle impronte si può risalire alla persona a cui appartengono, dalle impronte digitali del sole si può capire come è fatto: quali sono gli atomi presenti nella sua atmosfera, la temperatura, la pressione, la densità». Come tanti Sherlock Holmes del sole, gli scienziati hanno iniziato a studiare questi dati per capire sempre meglio come funziona. «Questo volume - aggiunge Gandorfer - è uno dei primi lavori di ricerca nel campo della polarizzazione dello spettro solare e mostra per la prima volta dati raccolti in un anno di osservazioni, dal maggio '99 all'aprile del 2000». Perché proprio all'IRSOL? «L'osservatorio, di Locarno ha un vantaggio, perché ci ha permesso un accesso illimitato. Questi sono fenomeni che hanno bisogno di un tempo di osservazione molto lungo. Lo strumento, un polarimetro costruito a Zurigo, ha permesso di rilevare segnali anche molto deboli, che sono proprio quelli che distinguono i nostri dati». Tanto che il volume di Gandorfer è stato presentato a uno dei maggiori convegni sulle ricerche solari, a Sacramento Peak negli Stati Uniti. Mentre sulla prestigiosa rivista scientifica Nature è apparso un articolo che commenta proprio i dati raccolti all'IRSOL. «Queste ric erche aprono molte domande sulla fisica solare, ma anche sulla fisica atomica, conclude il ricercatore dell'Università di Zurigo. Che sta già preparando un nuovo strumento per spiare il sole là dove gli occhi umani non arrivano: nell'ultravioletto. E forse sarà a Locarno già in autunno per raccogliere altre impronte solari. Sempre con l'enorme cannone bianco dell'IRSOL.»

 

Giovanni Valerio su Il Giornale del Popolo

 

Giovedì 10 maggio 2001


 

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